Rimini – San Girolamo
Il primo ottobre 1965 lo zio di Sandra, don Giuseppe Bonini, fu assegnato dal Vescovo ad una nuova parrocchia a Rimini nel cuore marittimo della città della riviera romagnola. La neonata parrocchia di San Girolamo, in viale Principe Amedeo 65.
Prima della guerra la zona di Marina Centro era poco popolata. Fu nel dopoguerra che il turismo si sviluppò enormemente rendendo famosa Rimini in Italia e nel mondo come meta balneare. Sviluppo che portò ad un’enorme espansione edilizia: alberghi, negozi, ristoranti, locali di divertimento. In pochi anni il quartiere di Rimini, Marina Centro, divenne un luogo privilegiato di villeggiatura.
Qui, a pochi passi dal mare, dal famoso Grand Hotel, dal porto canale venne ad abitare Sandra.
La famiglia Sabattini viveva in canonica a Misano, ma don Giuseppe non sperava che lo seguissero anche a Rimini. Invece, la prima volta che la famiglia lo andò a trovare nella nuova parrocchia, la piccola Sandra, che allora aveva quattro anni, balzò felice in braccio allo zio prete. I genitori non ebbero più dubbi e si trasferirono a Rimini. Le scomodità erano tante. All’inizio non c’era ancora la Chiesa e neppure la canonica.
Questa circostanza è fondamentale nella vita di Sandra: vivere nella canonica di una Chiesa le permise di partecipare assiduamente alla preghiera coltivando un legame personale con il Signore.
“Mai come adesso mi sono accorta di non pregare abbastanza. Il fine della mia vita è l’unione col Signore, lo strumento per giungere a ciò è la preghiera”.
(13.3.1977)
In questa Chiesa Sandra si alzava di buon mattino, quando era ancora buio, per mettersi in adorazione davanti al Tabernacolo. In silenzio, seduta per terra, davanti al suo Signore.
“Non rimane che la contemplazione, l’adorazione, l’aspettare che Lui ti faccia capire ciò che vuole da te”
(8.10.1978)
Un’urna sepolcrale ed un bassorilievo celebrativo di Sandra Sabattini sono presenti nella Chiesa di San Girolamo. Inoltre una mostra illustra la vita della Beata.
“Signore, Ti ringrazio perché tu mi vuoi bene, perché sei con me. E’ una gioia paragonabile a nessun’altra quella che sento in me. Tu, Signore, non sei un’illusione, la Tua pace non è falsa, il Tuo amore è eterno, la Tua vita vera. Se il tuo Spirito è con me, non posso aver timore”
(30.6.1979)
Rimini – Grotta Rossa
La Grotta Rossa è una zona periferica di Rimini che si estende lungo la superstrada per la Repubblica di San Marino. Qui, in via della Gazzella 48, sorge la parrocchia La Resurrezione di cui don Oreste Benzi è stato fondatore nel 1968 e parroco per 32 anni.
“Oggi, domenica, sono andata alla «Grotta Rossa» ad una festa per degli spastici (come si chiamavano allora le persone con disabilità, ndr). Ebbene, solo dopo aver fatto ciò mi sento felice, tranquilla, sento dentro il mio animo quella pace alla quale veramente speravo di giungere”
(11.4.1976)
Sandra Sabattini incontrò don Benzi a 12 anni. E con lui incontrò l’Associazione Papa Giovanni XXIII, la Comunità fondata da don Oreste, la cui vocazione consiste nel “conformare la propria vita a Gesù povero, servo e sofferente”, nonché nel “condividere direttamente la vita degli ultimi, mettendo la propria vita con la loro e facendosi carico della loro situazione”. Qui Sandra realizzò la sua vocazione cristiana e, profondamente unita la Signore, si prodigò per trasmettere l’amore divino ai poveri, agli abbandonati e ai tossicodipendenti. Qui partecipava agli incontri con don Oreste.
“Oggi pomeriggio sono andata in sede con la Robi e l’Antonella per preparare l’articolo per Sempre (la rivista della Comunità Papa Giovanni XXIII, ndr)”
(21.08.1980)
Oggi all’interno della Chiesa è possibile ammirare moderni affreschi, una sorta di murales, in cui è rappresentata l’opera di don Benzi. Fra di essi ve n’è uno in cui è raffigurata Sandra.
“Per fare una vita: base fondamentale è fare unità di esistenza col Cristo. Vedendo una persona non vedo quella persona, ma il Cristo. Voglio portare la salvezza, cioè Cristo.”
(4.11.1975)
Trarivi
Lungo la strada che da Rimini conduce verso Montescudo, un piccolo paese collinare da cui si gode una magnifica vista di tutta la costa, si incrocia la frazione di Trarivi. Qui, poco prima del paese, sulla destra, una ripida discesa conduce alla Comunità terapeutica per ragazzi con dipendenze patologiche. È la comunità di Trarivi, gestita dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, dove Sandra fu volontaria.
“Quando ci siamo trasferiti qui, a Trarivi, (da Igea dove era prima presente la comunità terapeutica, ndr) Sandra veniva giù per la discesa, attraverso i campi, cantando. Aveva questa gioia dentro ed era stupita dei fiori, degli uccelli, degli animali. Non ne ho mai parlato con lei, ma avevo l’impressione che vedesse Dio nelle opere del Suo creato”.
(Luca Scarponi, ancora oggi responsabile della Comunità terapeutica di Trarivi)
All’inizio degli anni ’80 il problema droga emergeva ovunque nella sua drammaticità. La Comunità di don Benzi aveva da poco aperto comunità che potessero rispondere ai bisogni di tanti giovani e Sandra si coinvolse da subito nell’impegno per salvare tanti ragazzi.
“C’è il tentativo da parte di una ristretta cerchia di far correre l’uomo invano, di blandirlo con false libertà, falsi fini in nome di un benessere. L’uomo viene così preso da un vortice di cose che si ritorce contro se stesso. L’uomo esige un mutamento radicale, esige la scoperta di nuovi fini. Non è la rivoluzione che porta alla verità, ma la verità che porta alla rivoluzione”
(scritto non datato)
Nonostante la giovane età – Sandra aveva vent’anni – dedicava molto tempo ai colloqui con i ragazzi cercando di fargli prendere coscienza della loro responsabilità. Ascoltava storie di vita difficili e dolorose con serenità e fortezza. Durante l’inverno Sandra studiava alla Facoltà di Medicina di Bologna – con ottimi risultati – mentre nell’estate si trasferiva a Trarivi.
“I ragazzi mi stimolano molto. Mi chiedono di essere sempre coerente con quello che faccio, di essere seria nel mio cammino verso di Te, perché questo li porta ad aprire gli occhi a Te. Gli fa capire che quel che faccio viene da qualcosa di grande e ciò li rassicura. Sento di voler bene ad ognuno di loro profondamente, perché in questo momento è in loro che Ti incontro: nella semplicità di Giuliano, nel bisogno di dolcezza di Cesare, nel bisogno d’affetto di Mario, nella ricerca di qualcosa di valido di Stefano, nel bisogno d’ascolto e di comprensione di Piero, nei primi tentativi verso la ricerca di un’amicizia vera di Giovanni”.
(8.10.1982)
Misano Cella
La storia di Sandra Sabattini inizia nell’entroterra riminese tra splendide colline che scendono verso il mare. I suoi genitori vivevano presso la canonica della Chiesa Madre del Bell’Amore a Misano Cella, una frazione di Misano Adriatico. Una piccola borgata oggi conosciuta in tutto il mondo per l’autodromo di Santa Monica che ospita le gare del MotoGP, il campionato mondiale di moto. Sandra nasce il 19 agosto 1961 a Riccione dove c’era l’ospedale più vicino e qui, nella cappella, viene battezzata il giorno dopo con il nome Sandra Maria Assunta. Il nome Alexandra, presente nei documenti ufficiali del Vaticano, si deve alla traduzione dall’italiano al latino del nome Sandra. Venti giorni dopo fece il suo ingresso nella comunità cristiana locale con una breve cerimonia liturgica nella Chiesa Madre del Bell’Amore.
“Che bello essere nati, vivere, poter vedere tutto quello che mi circonda”.
(14.1.1976)
Sant’Andrea in Casale
Sandra è stata sepolta per 25 anni tra queste splendide colline, nel cimitero vicino la chiesa di Sant’Andrea in Casale, un piccolo paese, oggi frazione del comune di San Clemente. Questi due luoghi – la chiesa Madre del Bell’Amore, dove ha vissuto i primi anni, ed il cimitero di Sant’Andrea – distano tra loro meno di quattro chilometri. La sua tomba era circondata da uno steccato di legno.
“Vorrei sprofondare sotto terra per un po’, così che gli altri dimentichino la mia stupidità, da non sentirmi quando mi auto elogio”.
(11.3.1981)
Il 22 aprile 2009 fu effettuata la “ricognizione canonica” delle spoglie mortali di Sandra. Un atto stabilito dal Sanctorum Mater che si rese necessario in seguito all’apertura del processo di canonizzazione. Il Vescovo di Rimini, i familiari, le amiche, il medico legale, lo zio don Giuseppe Bonini erano attorno alla tomba di Sandra per l’esumazione del corpo e verificarne lo stato di conservazione in vista del trasferimento presso la Chiesa di San Girolamo a Rimini. Attesero ore sotto la pioggia. Il dissotterramento fu eseguito con meticolosità. Nel momento in cui apparvero i resti delle assi di legno il silenzio scese sul gruppo. Si pensò di aver raggiunto il coperchio della bara, ma sollevandoli si trovò solo terra.
La sole tracce rinvenute nella nuda terra furono un paio di piccole calze di plastica, apposte al corpo durante la degenza ospedaliera, e di una striscia di plastica trasparente che legava un fascio di fiori posto nella bara al momento della sepoltura.
Alcuni hanno pensato ad un mistero, altri hanno fatto notare che quella terra umida e argillosa potrebbe aver facilitato un processo naturale di mineralizzazione del corpo. Sta di fatto che delle spoglie mortali di Sandra non rimane nulla. Come il sale che dà sapore, ma sciogliendosi nell’acqua scompare.
Ora nel piccolo cimitero è rimasto un luogo dedicato alla sua memoria: «Sandra Sabattini che ha amato i poveri per amore di Cristo».
Delle spoglie mortali di Sandra non rimane nulla. Quello che resta è il grande potere di guarigione spirituale delle sue parole che annotava su fogliettini, agende, cartoline mai spedite. E così, oggi, Sandra può essere nostra compagna di viaggio.